SU LINKIESTA: FRANCESCO LONGO "(...)" Il pronto soccorso, un tasto dolente della sanità, come cambia in questa prospettiva? Se la cronicità fosse intercettata per tempo e stabilizzata, probabilmente metà delle persone che arrivano in pronto soccorso non ci andrebbero. Oggi circa il 70% di accessi al pronto soccorso in Italia sono codici bianchi impropri. Quindi non è che dobbiamo raddoppiare la capacità del pronto soccorso aumentandone l’inappropriatezza. Dobbiamo fare esattamente il contrario, cioè far sì che quel 70% venga intercettato prima e comunque abbia un luogo dove andare e a cui fare riferimento. A quel punto i nostri pronto soccorso, dovendo trattare il 30% delle persone, sono più che abbondanti e diventerebbero finalmente dei luoghi straordinariamente efficaci. Non trascurerei l’effetto psicologico della sensazione di essere presi in carico in un percorso strutturato in cui una volta ogni tot giorni vedo un’infermiera che guarda i miei dati e mi rassicura. In fondo è proprio quando non ti senti seguito che ti agiti e vai al pronto soccorso. Questo è uno dei motivi per cui bisogna cambiare modello. Anche perché poi se un ultraottantenne pluriproblematico arriva al pronto soccorso la reazione è di ricoverarlo anche se palesemente non c’è nulla da fare. E i costi lievitano.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/modello-sanitario-emilia-toscana-lombardia
SU LINKIESTA: FRANCESCO LONGO "(...)" Il pronto soccorso, un tasto dolente della sanità, come cambia in questa prospettiva?
RispondiEliminaSe la cronicità fosse intercettata per tempo e stabilizzata, probabilmente metà delle persone che arrivano in pronto soccorso non ci andrebbero. Oggi circa il 70% di accessi al pronto soccorso in Italia sono codici bianchi impropri. Quindi non è che dobbiamo raddoppiare la capacità del pronto soccorso aumentandone l’inappropriatezza. Dobbiamo fare esattamente il contrario, cioè far sì che quel 70% venga intercettato prima e comunque abbia un luogo dove andare e a cui fare riferimento. A quel punto i nostri pronto soccorso, dovendo trattare il 30% delle persone, sono più che abbondanti e diventerebbero finalmente dei luoghi straordinariamente efficaci.
Non trascurerei l’effetto psicologico della sensazione di essere presi in carico in un percorso strutturato in cui una volta ogni tot giorni vedo un’infermiera che guarda i miei dati e mi rassicura. In fondo è proprio quando non ti senti seguito che ti agiti e vai al pronto soccorso. Questo è uno dei motivi per cui bisogna cambiare modello. Anche perché poi se un ultraottantenne pluriproblematico arriva al pronto soccorso la reazione è di ricoverarlo anche se palesemente non c’è nulla da fare. E i costi lievitano.
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