lunedì 15 aprile 2013

Ospedali a confronto. Perché è utile lo studio del Gemelli

Quotidianosanità.it 

Ernesto Petti, Marinella D’Innocenzo, Paolo Lanari, Adolfo Pagnanelli, Stefano Pompili


Gentile Direttore,
il dibattito seguito allo studio dell’Università Cattolica sul confronto tra costi e valore della produzione al Policlinico Gemelli e nelle Aziende Ospedaliere ed Universitarie pubbliche del Lazio relativo al 2010, in molti casi è apparso più interessato a deleggitimarne il valore che a entrare nel merito discutendone i risultati.
Per quanto ci riguarda abbiamo condotto un lavoro dello stesso genere riferito al 2011, presentato in una iniziativa recente ed in attesa di pubblicazione che, pur non considerando il Gemelli, mostra in sostanza lo stesso allarmante rapporto tra costi sostenuti e valore della produzione nei grandi Ospedali Pubblici romani che complessivamente contribuiscono per l’84% al disavanzo del Ssr, peraltro da più parti stimato come di gran lunga inferiore al dato reale.
Certo lo studio del Gemelli in alcune parti potrebbe apparire come la ricerca di una conferma alla teoria che quella struttura sia la migliore, e non solo nel Lazio. Vi sono inoltre alcune informazioni mancanti, come ad esempio se nel valore economico dei ricoveri sia stato considerato l’abbattimento praticato dalla Regione per i ricoveri inappropriati. Si tratta infatti di cifre importanti capaci di modificare i risultati visto che nel 2011 si va dagli 8.750mila euro tagliati al Gemelli al 1.379mila del S.Andrea. Ed ancora non c’è dubbio che i risultati siano condizionati dal finanziamento aggiuntivo regionale che è legato a diverse funzioni (emergenza, trapianti, didattica, etc.) che vede una diversità di valori forse non del tutto giustificata dalla complessità delle strutture se si pensa che, almeno nel 2011, si va dai 109 milioni del Gemelli a valori di qualche milione per alcune aziende ospedaliere.
Non vi è dubbio però che strumenti come quello proposto da Cicchetti et al, rappresentano esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per un governo del SSR meno empirico ed estemporaneo di quanto accaduto fino ad oggi. La condizione è che i dati siano attendibili, verificabili e sufficientemente recenti da costituire non un elemento “descrittivo”, magari utili agli studiosi, ma uno strumento in mano a chi gestisce la Regione e le singole Aziende. Per far questo è indispensabile che a produrre questo genere di elaborazioni sia un soggetto terzo di garanzia (quale AGENAS, ISS o la Scuola S.Anna di Pisa) sulla base delle esigenze della Regione e col supporto dei suoi uffici.
Inoltre nel Lazio dove il 48% dei ricoveri avviene in strutture non pubbliche (Classificati, Università e IRCCS privati, Case di Cura Accreditate) questa rilevazione ha senso solo se coinvolge tutti gli erogatori, a prescindere dalla diversa tipologia, che dovranno essere tenuti a rendere noti i propri conti. In un sistema dove finalmente tutti gli attori siano tenuti a rispettare gli stessi requisiti e criteri nella redazione dei bilanci e nella tenuta della contabilità, strumenti di verifica e confronto potranno garantire quel cambio di passo nella gestione della sanità regionale che è dovuto ai cittadini che oggi pagano troppo per un servizio non sempre di qualità accettabile.

 Bilanci d’esercizio 2011

        

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